Il 10 maggio a Torino si sono inaugurati 388 nuovi posti letto per universitari e giovani lavoratori nelle palazzine dell’ex MOI, interessate per anni da quella che è stata chiamata l’occupazione abusiva più grande d’Europa.

L’inaugurazione di 388 nuovi posti letto per studenti universitari e giovani lavoratori il 10 maggio a Torino chiude un lungo percorso di riqualificazione fisica e sociale delle palazzine nate in occasione delle Olimpiadi 2006 nell’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso (MOI). Interessate dal 2013 da quella che è stata definita “l’occupazione abusiva più grande d’Europa”, nel 2017 le palazzine e i loro abitanti sono stati oggetto di un percorso complesso di riqualificazione sociale, il progetto MOI – Migranti un’Opportunità di Inclusione. Nel corso di tre anni Comune di Torino, Regione Piemonte, Prefettura di Torino, Diocesi di Torino, Città Metropolitana di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo hanno lavorato insieme per accompagnare all’inclusione abitativa e lavorativa gli abitanti degli edifici occupati, con il trasferimento di oltre 800 persone in strutture di accoglienza, l’attivazione di 533 contratti di lavoro e 753 percorsi di formazione e orientamento al lavoro. 30 gli enti del Terzo settore coinvolti e tante le storie raccolte. Tra gli abitanti erano presenti famiglie con bambini piccoli e molti i casi di fragilità che il progetto inter-istituzionale MOI ha saputo accogliere e a cui ha ridato fiducia. “Il progetto MOI ha portato a risultati concreti grazie al suo approccio inter-istituzionale. Di fronte a un numero considerevole di persone ormai da anni ai margini della società, la sfida era enorme. Ognuno però ha fatto la sua parte, si è preso il suo pezzo di responsabilità e ha cercato di ricostruire progetti di vita a partire spesso da impasse burocratiche e condizioni psico-fisiche fragili”, afferma Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino. “Oggi quel pezzo di città si porta nel ricordo gli anni di occupazione delle palazzine – prosegue Sergio Durando -, ma anche una maggiore fiducia verso le istituzioni che a Torino hanno testimoniato che è possibile intraprendere nuove strade per dare risposte concrete a situazioni complesse come le grandi occupazioni abusive”.

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