Risale ad un paio di mesi l’allarme che l’OSCE – l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che raggruppa 57 Paesi del nord del mondo – ha rinnovato per gli effetti che la guerra d’aggressione della Russia contro l’Ucraina sta producendo in termini di aumento dello sfruttamento e della violenza sessuale. Più precisamente, il 29 marzo 2023 il Rappresentante speciale dell’OSCE per la lotta alla tratta degli esseri umani, in un intervento con il collega delle Nazioni Unite, ha ricordato come “Più di 8 milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina dall’inizio della guerra, generando la più grande crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale. Mentre la guerra si trascina, l’aumento dei prezzi alimentari ed energetici mette sotto pressione le economie nazionali e le persone più vulnerabili. Dobbiamo garantire che una risposta di emergenza sia accompagnata da soluzioni sostenibili che aumentino la resilienza delle società contro la tratta di persone, in particolare donne e bambini, a scopo di sfruttamento sessuale e violenza sessuale”. Come si legge nel comunicato congiunto OSCE-ONU, occorre intervenire su più piani: l’informazione capillare tra le vittime potenziali, la qualificazione degli operatori, la prevenzione ed il contrasto dello sfruttamento, l’assistenza e la riabilitazione dele vittime.

Il quadro appare più inquietante se si considera che ancor prima del conflitto, l’Ucraina si trovava particolarmente esposta al traffico di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale ad opera di reti criminali attive tra il Paese ed altri Stati dell’Europa e dell’Asia centrale. Così già nel marzo 2022 dello scorso anno la Commissione europea segnalava come all’interno dell’Unione europea tra le vittime più frequenti di tale traffico figurassero proprio quelle ucraine. Sulla stessa lunghezza d’onda si esprimeva l’UNDOC – l’agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine- secondo cui nel 2018 le vittime ucraine erano state oggetto di traffico in ben 29 Paesi.

Ora, questo traffico avviene in gran parte sulla rete e, non a caso, in parallelo al massiccio esodo iniziato dall’Ucraina sono stati registrati picchi nelle ricerche online per servizi sessuali da parte di persone del Paese. Ciò, ha sottolineato il Rappresentante speciale dell’OSCE, ha creato un incentivo allarmante per i trafficanti a reclutare e sfruttare donne e bambini vulnerabili su larga scala. È urgente sradicare coloro che creano la domanda e le piattaforme che consentono a questo tipo di violenza e sfruttamento di prosperare.

Della crescita del fenomeno dà conto anche il sito del quotidiano britannico The Guardian il 26 marzo 2023. Dall’analisi condotta su motori di ricerca globale si apprende così che sarebbe in forte aumento l’interesse per la pornografia offerta come di matrice ucraina e legata all’esodo da conflitto. In particolare, nel solo marzo 2022 tale interesse avrebbe visto l’incremento globale del 300%, giunto addirittura al 600% in Spagna. In piena coerenza con questa tendenza è anche il dato che riguarda il Regno Unito dove, nello stesso periodo e rispetto ai 6 mesi precedenti, la domanda di Ukraine escorts sarebbe lievitata del 200% nel Regno Unito.

Testo di Alberto Perduca

Foto di Alexander Krivitskiy su Unsplash

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