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Riportiamo l’articolo pubblicato da Avvenire martedì 18 maggio 2021 su quanto avvenuto a Ceuta nei giorni scorsi. Almeno seimila migranti sono giunti via mare (a nuoto o su piccole imbarcazioni) sulla spiaggia di Tarajal dove la Spagna ha schierato l’esercito e usato gas lacrimogeni contro queste persone.
2.700 migranti sono stati immediatamente rimpatriati in Marocco ma il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha dichiarato che nessun minore, dei 1.500 arrivati nell’enclave, è stato rimandato indietro e la loro situazione sarà valutata.

 

L’esercito spagnolo è stato dispiegato a Ceuta, enclave spagnola in Marocco, in seguito all’arrivo di circa seimila migranti dal Marocco, entrati via mare nelle ultime 24 ore senza che le autorità marocchine intervenissero. “L’esercito spagnolo è sul confine come deterrente, ma ci sono enormi quantità di persone sul lato marocchino pronte a entrare”, ha dichiarato Juan Jesus Vivas, presidente-sindaco di Ceuta, a radio Cadena Ser, parlando di “invasione”.

Sulla spiaggia di Tarajal sono arrivati veicoli blindati e soldati inviati da Madrid. Nel frattempo, il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha dichiarato che 2.700 persone sono state rimpatriate sinora in Marocco. Ha promesso “tutte le misure necessarie” per metter fine alla crisi migratoria, assicurando che nessun minore dei 1.500 arrivati nell’enclave è stato rimandato indietro e la loro situazione sarà valutata. Secondo El Pais, il flusso di arrivi iniziato martedì è diminuito, ma via mare continuano ad arrivare persone, spesso con sintomi di ipotermia, fa sapere El Pais.

Stando al ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, solo 86 persone migranti sono riuscite a entrare nell’enclave spagnola in Marocco.

Reuters

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Ansa

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Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato che andrà nelle enclave di Ceuta e Melilla, dopo che circa 6mila migranti sono entrati in poche ore a Ceuta dal Marocco. Lo ha riferito El Pais. Sanchez, che ha informato il re Felipe VI della situazione, ha avvertito il Marocco che la Spagna difenderà le frontiere nazionali: “Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida, di fronte a qualsiasi eventualità e circostanza”.
Voglio comunicare a tutti gli spagnoli e in particolare a quelli che vivono a Ceuta e Melilla che ristabiliremo l’ordine il più rapidamente possibile“, ha detto Sanchez in conferenza stampa.

“L’integrità di Ceuta come parte della nostra nazione, la nazione spagnola, la sua sicurezza e la tranquillità dei nostri compatrioti e residenti sono garantite dal governo spagnolo con tutti i mezzi disponibili”, ha aggiunto. “In qualità di presidente del governo, ho sempre creduto fermamente che il Marocco sia un paese partner, amico della Spagna, e dovrebbe continuare a essere così. La cura delle nostre relazioni è sempre stata parte della politica estera spagnola, anche del mio governo. E così dovrebbe continuare a essere. Il mio desiderio è rafforzare ulteriormente questo rapporto di amicizia”, ha aggiunto Sanchez.

Perché è esplosa la crisi umanitaria a Melilla?

Il ministero degli Esteri spagnolo ha convocato l’ambasciatore del Marocco in Spagna Karima Benyaich, dopo l’arrivo massiccio di migranti nelle ultime ore nell’enclave di Ceuta. L’ambasciatrice del Marocco in Spagna ha avvertito Madrid che “ci sono azioni che hanno conseguenze”, nel giorno in cui migliaia di migranti hanno superato la frontiera marocchina e sono entrati nelle enclavi spagnole in Nord Africa di Ceuta e Melilla. La dichiarazione di Benyaich, rilasciata a Europa Press, appare un’allusione all’accoglienza offerta da Madrid a Brahim Ghali, il capo del Fronte Polisario, la milizia che contende al Marocco il Sahara Occidentale, ricoverato a Logrono per curarsi dal Covid-19. “Ci sono azioni che hanno conseguenze e bisogna assumersene la responsabilità”, ha dichiarato Benyaich. “Ci sono atteggiamenti che non si possono accettare”, ha aggiunto la diplomatica, la quale ha sottolineato come le relazioni tra “nazioni vicine e amiche” debbano basarsi sulla “fiducia reciproca, che va costruita e alimentata”. Benyaich ha poi definito “inusuale” la rapidità con la quale è stata convocata e non ha escluso di poter essere richiamata a Rabat, in Marocco, per consultazioni.

La crisi migratoria si somma dunque a quella diplomatica scatenata dall’accoglienza in Spagna del leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, ricoverato per essere curato dal Covid. Il governo spagnolo aveva addotto spiegazioni di carattere umanitario che però non hanno soddisfatto Rabat che l’8 maggio scorso aveva minacciato di trarre le conseguenze di quanto accaduto e aveva contestato il mancato preavviso.

Dal canto suo il governo spagnolo nega che il Marocco abbia aperto le frontiere ai seimila migranti che si sono riversati a Ceuta come rappresaglia per aver concesso a Brahim Gali, leader del Fronte Polisario, malato di Covid, di curarsi in Spagna. Lo scorso 27 aprile il ministero degli Esteri di Madrid aveva confermato di aver accolto “per ragioni umanitarie” il capo dei miliziani che contendono al Marocco la regione del Sahara occidentale. Il ministro responsabile delle politiche migratorie, Josè Luis Escriva, ha assicurato che l’arrivo dei migranti non ha nulla a che vedere con il ricovero di Ghali in un ospedale di Logrono. “Le autorità marocchine dicono che non c’è una relazione e io suppongo che credano in quello che dicono”, ha affermato il ministro, il quale ha assicurato che le autorità marocchine avevano collaborato per evitare che venisse superato il muro di Melilla.

Il consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il versamento di 30 milioni di euro al Marocco per sostenerlo nel contrasto all’immigrazione illegale. La somma, si legge su El Pais, era già stata stanziata ma il via libera al versamento è arrivato solo oggi, mentre Ceuta è esplosa una crisi umanitaria con seimila richiedenti asilo giunti nelle ultime 24 ore. Gli aiuti sono destinati a finanziare i costi di pattugliamento e vigilanza delle frontiere marittime e terrestri. Il Marocco sottolinea spesso di non avere mezzi sufficienti per contrastare i flussi migratori irregolari e chiede spesso sostegno economico. Rabat stima in 434 milioni di euro i costi annuali della lotta all’immigrazione clandestina.

L’appello della commissaria europea agli Affari interni sulla gestione delle crisi migratorie

“Ieri almeno seimila persone sono arrivate a Ceuta. Dobbiamo fare tutto il possibile per salvare vite ed evitare questi viaggi pericolosi. Abbiamo bisogno del nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo per gestire e salvare vite e mostrare solidarietà con i Paesi coinvolti. Come le 24 imbarcazioni con 2.100 migranti che sono arrivate a Lampedusa soltanto in due giorni la settimana scorsa. Almeno 600 erano minori non accompagnati. Chiedo agli Stati membri di aiutare queste persone e che si aiuti l’Italia con i ricollocamenti. Più di 600 persone sono morte quest’anno nel Mediterraneo”. Lo ha affermato la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, intervenendo nella plenaria del Parlamento Europeo.

 

La fotografia che riportiamo ha sollevato grandi emozioni e ha fatto il giro del mondo in quanto è stata ripresa dai notiziari televisivi: tutti ci siamo chiesti quale sorte è toccata a questo bimbo salvato da un agente della Guardia Civil spagnola. Fortunatamente, questa volta, possiamo dare una buona notizia e vi invitiamo a leggere l’articolo della Redazione di Avvenire di mercoledì 19 maggio u.s.: “Sta bene il neonato di 2 mesi salvato nella foto simbolo a Ceuta

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