Foto Nives Plander

L’unico soccorso e i porti assegnati lontani violano i diritti umani dei migranti. Così pure la cooperazione con la Libia. Il governo risponde di garantire i diritti. Il decreto è in corso di conversione in Parlamento

Dopo il parere negativo di molte associazioni del terzo settore e della stessa Conferenza episcopale italiana, anche il Consiglio d’Europa, l’istituzione europea garante della Convenzione dei diritti dell’uomo, chiede al governo italiano di ritirare il decreto sulle ONG (D.l. n. 1/2023) o almeno di rivedere in parlamento, dove il 1 febbraio è iniziato l’iter per la sua conversione in legge, le norme che violano i diritti umani dei migranti.

Per il Consiglio d’Europa tra i punti critici del decreto c’è la regola che le navi dopo ogni soccorso raggiungano il porto sicuro assegnato senza operare altri soccorsi e che i porti sicuri assegnati siano tutti a centinaia di miglia dal Canale di Sicilia, dove avvengono i naufragi, aumentando la durata del viaggio e la sofferenza dei migranti a bordo. Viene censurata anche la norma sull’obbligo di conformità delle navi ai requisiti tecnici, perché, con una formulazione indeterminata, esporrebbe le navi delle ONG a lente e ripetute ispezioni di sicurezza, sottraendole al lavoro di salvataggio.

Il Consiglio d’Europa, nella sua lettera a firma di Dunja Mijatovic, Commissaria per i diritti umani, chiede anche di scongiurare l’esecuzione di patti che rischiano di favorire la violazione dei diritti umani dei migranti e in particolare raccomanda di sospendere la cooperazione con la Libia, dove, come è noto, i migranti sono trattati alla stregua di prigionieri, quando non sottoposti a vessazioni e violenze. E chiede inoltre conto del respingimento di migranti dall’Italia alla Grecia su navi private senza che abbiano sottoscritto la richiesta d’asilo.

La risposta del ministro dell’interno Piantedosi a parole è rassicurante: i diritti fondamentali dei migranti sono priorità assoluta per il Governo. La norma sul dirigersi al porto sicuro dopo ogni soccorso riguarderebbe, secondo lui, solo le navi private (?). La scelta di porti nel Nord Italia servirebbe a decongestionare i porti del Sud Italia e l’hot spot di Lampedusa. Peccato che nel caso della nave Geo Barents attraccata a La Spezia il 29 gennaio scorso con 237 migranti, i 73 minori a bordo siano stati caricati su un pullman e portati in Puglia… Quanto al respingimento in Grecia per il ministro riguarderebbe solo i migranti che non hanno intenzione di fare domanda di asilo in Italia.

Nessuna risposta invece sui rapporti con la Libia. In questo caso parlano i fatti. Il 2 febbraio si è automaticamente rinnovato il Memorandum Italia-Libia. Il 6 febbraio è stata consegnata alla Guardia costiera libica, alla presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, della sua omologa libica Najla el Mangoush, e del Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, Oliver Varhelyi, la prima motovedetta di classe 300, da utilizzare per la ricerca e soccorso in mare di migranti da riportare ovviamente nelle prigioni libiche.

Vedremo se e quali modifiche opererà il Parlamento al decreto.

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