Nella serata del 31 dicembre, la nave di Open Arms ha soccorso 169 persone alla deriva in acque internazionali a circa 80 miglia da Lampedusa. Si trovavano su di un’imbarcazione di legno con la quale erano partite la mattina del giorno precedente da Sabratha, in Libia. Il 4 gennaio la stessa nave ha soccorso altre 96 persone in alto mare Mediterraneo, anch’esse alla deriva su una imbarcazione di legno.

In attesa di un porto sicuro, l’ONG Open Arms ha pubblicato su Twitter un video che mostra la propria nave in balia delle onde  con a bordo i 265 migranti soccorsi: “Gli Stati che ci impediscono di proteggere queste vite, cosa stanno aspettando per agire? Che cos’è un’emergenza umanitaria? Porto sicuro ora”

Finalmente il 4 gennaio  la nave fa rotta verso Porto Empedocle per lo sbarco. La Ong: “Dopo il rifiuto di Malta, l’Italia assegna il porto di sbarco.
Si è concluso in nottata il trasferimento dei 265 naufraghi, soccorsi da Open Arms, con a bordo personale di Emergency nella nave quarantena Rhapsody di fronte le coste di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento.

La navi da quarantena per i migranti sono state istituite dal governo lo scorso aprile, per far fronte all’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Sono navi private, per passeggeri, adibite all’ assistenza e alla sorveglianza sanitaria.
Da subito la misura ha suscitato perplessità, a partire dal Garante delle persone privati della libertà, Maura Palma, che, nei giorni immediatamente successivi alla decisione del governo, ha chiesto che non si creino zone di “limbo giuridico”, ribadendo la necessità che ogni persona sia messa nelle condizioni di esercitare i diritti fondamentali ed essere tutelata se vulnerabile, come le vittime di tratta. 

La tragica morte di un quindicenne, Abouoriginario della Costa d’Avorio, dopo lo sbarco d’urgenza dalla nave quarantena “Allegra”, a Palermo, ha riportato alla ribalta del dibattito mediatico la questione della presenza di minori sulle navi.
Alcuni operatori che erano a bordo della  nave Allegra hanno deciso di parlare con Redattore Sociale e raccontare cosa succede su questi spazi galleggianti. 

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