L’articolo 7 che riguarda la possibilità di ricorrere contro una decisione avversa va corretto perché a rischio di incostituzionalità.

Come ampiamente prevedibile dati i numeri della maggioranza di governo in Parlamento, il cosiddetto Decreto Cutro, varato dal consiglio dei ministri sul luogo del naufragio della Summer Love che è costato la vita a cento persone, è stato definitivamente convertito in legge con voto di fiducia alla Camera dei deputati, lo scorso 4 maggio.

Meno prevedibile è stato invece il colpo di scena, riguardante il controverso articolo 7 ter, introdotto durante l’iter al Senato. Il Comitato per la legislazione della Camera, guidato dal deputato di Fdi Gianfranco Rotondi, ha fatto sapere che la formulazione dell’articolo rischia di creare problemi interpretativi, arrivando addirittura a precludere eventuali ricorsi contro le decisioni di inammissibilità (ma non il rigetto) delle domande di protezione internazionale.

Il voto finale alla Camera sul provvedimento è stato così preceduto dalle votazioni sugli ordini del giorno, fra i quali un Odg dello stesso Rotondi, che chiede di apportare al testo la limatura di cui dicevamo.

Il governo dovrà così decidere se ricorrere a una norma “correttiva” da inserire in un decreto da far approvare in un imminente Cdm o preferire un ritocco in sede di “coordinamento formale del testo”.

Nel complesso, il provvedimento nei primi tre articoli fissa la valenza triennale per i decreti flussi, poi inasprisce le pene per trafficanti e scafisti (da 20 a 30 anni, con ipotesi di cattura anche all’estero), dichiara lo stato di emergenza per il fenomeno migratorio e infine interviene sui permessi di protezione speciale, limitandoli a poche fattispecie e cancellando la possibilità di convertirli in permessi per ragioni lavorative.
Da settimane, sulla stretta si addensano i dubbi di giuristi ed enti umanitari. E in Senato, una prima correzione era già stata introdotta (dopo un confronto sottotraccia fra Palazzo Chigi e gli uffici legislativi del Quirinale), per ripristinare la cornice delle norme sui diritti umani e dei trattati internazionali (inizialmente espunta su pressing della Lega). Ora, a quelle perplessità e alle critiche delle opposizioni (ancora ieri, nelle dichiarazioni di voto, diverse forze hanno definito il testo «inutile, propagandistico e incostituzionale ») si sono sommate quelle del Comitato guidato da Rotondi, che ha lanciato un alert su alcune norme, in particolare l’articolo 7, relativo alla stretta sulla protezione speciale e scritto in modo da dar adito a problemi interpretativi.

Segnaliamo sul tema un articolo di Avvenire: Decreto Cutro: protezione internazionale, verso modifiche in extremis del giornalista Vincenzo R. Spagnolo.

Foto di Ron Dauphin su Unsplash

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