Il polo Alimentare Barolo: una sinergia tra realtà del Distretto per il sostegno all’emergenza alimentare, anche senza documenti.
Tra le attività cresciute grazie alla collaborazione con la Pastorale migranti diocesana, il Polo alimentare Barolo è una delle ultime ad essersi formata: la sua forma attuale è in qualche modo figlia della pandemia, come racconta Ralph Mustica, collaboratore della pastorale migranti e coordinatore del Polo: “Prima della pandemia alcune realtà del Distretto Sociale Barolo avevano ciascuna una propri attività di distribuzione alimentare: principalmente l’associazione Camminare Insieme e le suore Figlie di Gesù Buon Pastore. Con l’emergenza covid anche molte persone accompagnate dalla pastorale migranti si sono trovate in difficoltà alimentare e c’è stata la necessità di organizzare distribuzioni di pacchi viveri porta a porta, così si è iniziato ad unire le forze.” Dopo la fine dell’emergenza, la collaborazione è rimasta e si è rafforzata: l’Opera Barolo ha destinato alcuni locali al numero 26 di via Cottolengo per immagazzinare il cibo e Pastorale migranti, Camminare insieme e suore si sono uniti per dare vita al Polo alimentare Barolo, insieme alla neonata associazione Generazioni migranti, costituita da volontari della pastorale migranti.
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Oggi nell’androne del grande portone dell’antico Rifugio fondato dalla venerabile Giulia di Barolo ogni giorno vengono distribuite cassette di cibo fresco e a lunga conservazione che arriva tramite il Banco alimentare dalle collette e dagli invenduti di alcuni supermercati.
“Nel corso del 2023 sono passati di qui oltre 15.000 beneficiari, alcuni saltuari, altri continuativi per una media di 1388 al mese – snocciola i numeri Ralph – in totale sono stati consegnati 4967 pasti, cioè 80.514 kg di viveri pari un valore di circa € 257.028.” Le famiglie e le persone accompagnate accedono in base al valore ISEE e vengono ciascuna incontrata in un colloquio curato dai volontari e collaboratori degli enti coinvolti. A differenza di altri luoghi di aiuto alimentare, il Polo Barolo è tuttavia anche aperto a chi si trova in situazione di irregolarità sul territorio e che generalmente non può accedere alla maggior parte dei servizi.
La cassetta di cibo non è però l’obiettivo finale del servizio, quanto piuttosto il punto di partenza per la costruzione di una relazione, come spiega il coordinatore: “Il cibo spesso è un bisogno immediato ed emergente, ma deriva da altre situazioni di fragilità: l’incontro al Polo alimentare è un’occasione per stringere una relazione e indirizzare le persone verso altri servizi.” Il volontariato al Polo è inoltre un’esperienza di restituzione per molti, in special modo gli studenti universitari che la pastorale migranti accompagna con il supporto didattico e il supporto abitativo.
Non da ultimo, il Polo e i suoi volontari sono un elemento di servizio a numerose altre iniziative della pastorale migranti, con la preparazione di pranzi e apertivi in occasione di feste e incontri comunitari.
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