Muore una giovane donna, è la terza vittima in tre mesi nell’hotspot. Trovato morto anche un giovane su uno delle ultime barche soccorse dalla Guardia costiera.

Nell’ultimo mese a Lampedusa gli sbarchi di migranti provenienti dalla costa libica e della costa tunisina a bordo di barchini e mezzi di fortuna sono continuati a ritmi quotidiani di decine e in qualche caso centinaia. Provengono sia dai paesi dell’Africa subsahariana, sia dal Medio ed Estremo Oriente. Molte sono le donne e i minori non accompagnati.

L’hotspot dell’isola, che ha una capienza di 400 posti, a metà febbraio è arrivato a “ospitarne”, in condizioni drammatiche, fino a più di 3.000. Oltre al sovraffollamento del centro deputato all’accoglienza dei migranti, un altro punto critico sull’isola è l’assistenza sanitaria, garantita da un presidio deve lavorano soltanto due medici di guardia medica e due di pronto soccorso. Il sindaco delle isole Pelagie Filippo Mannino, lo scorso 18 febbraio, in occasione della visita del capo dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Viminale, Valerio Valenti, ha chiesto di potenziare la struttura sanitaria, dotandola di un servizio di emergenza del 118, il che raddoppierebbe il numero dei medici presenti, e di un elicottero per le emergenze, al servizio anche della popolazione, per trasferire rapidamente in Sicilia, chi necessita di cure urgenti ma anche le donne in avanzato stato di gravidanza in arrivo dal mare o residenti. Sull’isola, infatti, non c’è un punto nascite e i parti avvengono tutti altrove,

È in questo quadro di assistenza medica insufficiente che, proprio all’interno dell’hotspot, il 19 febbraio scorso è morta una giovane donna proveniente dalla Costa d’Avorio. Giudicata in buona salute dai sanitari al momento dello sbarco, si è sentita male nel centro sovraffollato. È il terzo caso in tre mesi, di persona che muore all’interno del centro di accoglienza dell’isola. Prima di lei una bimba e un giovane di origine bengalese, ha denunciato il responsabile di OIM Flavio Di Giacomo.

Da sabato 18, quotidianamente vengono trasferite da Lampedusa centinaia di persone verso altri hotspot soprattutto della Sicilia e della Calabria, come stabilito dall’inviato del Viminale, ma a fronte degli sbarchi quotidiani, la situazione di affollamento nel centro di accoglienza è sempre critica e purtroppo le tragedie in agguato. Su uno degli ultimi barchini soccorsi dalla guardia costiera al largo di Lampedusa, insieme ai 45 compagni di sventura, è stato trovato il corpo di un giovane.

Vedremo se le richieste del sindaco saranno accolte e se si riuscirà in un futuro prossimo a uscire dalla logica emergenziale con cui ormai da più di due decenni si continua ad affrontare l’arrivo dei migranti dal sud del Mediterraneo e di cui l’isola di Lampedusa è la prima vittima.

Testo di Daniela Garavini

Foto scattata da una persona ospitata nell’hotspot di Lampedusa, e inviata ad ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione

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