A Torino prende vita il progetto Labour Pathways, il primo corridoio umanitario per lavoro dedicato a rifugiati e apolidi. Promosso da UNHCR, Talent Beyond Boundaries, Pathways International, Diaconia Valdese, Città di Torino e Unione Industriali Torino, il programma si avvale delle opportunità offerte dalla Legge n. 50/2023, che introduce quote di ingresso per rifugiati riconosciuti nei Paesi di primo asilo e prevede visti extra-quota per coloro che completano percorsi formativi all’estero.
Jeremie Baguma, è stato il primo dei 21 giovani rifugiati coinvolti nel programma ad arrivare nella nostra città. Jeremie, 29 anni, è originario della Repubblica Democratica del Congo e ha trascorso gli ultimi anni in Uganda. Dopo aver completato con successo una formazione in Java Development (da agosto a ottobre 2024), ed avere atteso il suo visto per lavoro, è giunto ieri in Italia, accolto con entusiasmo dalla nostra rete.
Nonostante le 18 ore di viaggio e solo due valigie con sé, Jeremie è arrivato sorridente e determinato a iniziare questo nuovo capitolo. Ieri ha firmato il suo contratto di apprendistato triennale con Aubay, azienda partner del progetto, che lo accompagnerà nel suo percorso professionale nel settore IT.
Il suo nuovo alloggio è una piccola ma accogliente casa dotata di tutto il necessario, inclusa una stanza dedicata allo smart working, simbolo dell’inizio concreto di una nuova vita autonoma e professionale.
La Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino è parte attiva di questo percorso. Accoglieremo quattro lavoratori rifugiati impiegati nel settore orafo, offrendo loro due alloggi e accompagnandoli nei primi passi della loro nuova vita in città. Potranno seguire un corso di lingua italiana, riceveranno un orientamento sul territorio, ma soprattutto saranno coinvolti in momenti di incontro, condivisione e comunità organizzati dalla Pastorale. Perché il lavoro è fondamentale, ma non basta: sentirsi accolti è altrettanto importante.