Martedì 25 febbraio, all’Arsenale della Pace – Sermig a Torino, in un auditorium colmo di partecipanti, c’è stato il secondo appuntamento del Festival dell’Accoglienza OFF, un cammino da fare insieme.
Al centro la presentazione del libro: “I Palestinesi. Storia di un popolo e dei suoi movimenti nazionali”, Edizioni Carroccio. Si tratta di un testo, originalmente scritto in arabo, che ripercorrere con chiarezza le fasi salienti della questione palestinese dal periodo ottomano sino a oggi, riproponendo episodi e idee di una vicenda che è solo in parte nota, ma che oggi è cruciale ed irrisolta nello scenario internazionale. L’incontro è stato realizzato dalla Pastorale Migranti in collaborazione col Sermig, la Commissione Diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e il Dipartimento di Lingue dell’Università di Torino, Sezione di Studi Asiatici e Mediterranei.

La riunione è stata introdotta da Ignazio De Francesco, curatore dell’edizione italiana, monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata, l’Associazione pubblica di fedeli inserita nella Chiesa di Bologna e fondata da don Giuseppe Dossetti. Nella sua introduzione, De Francesco ha sottolineato l’attualità del testo, scritto, su un tema molto divisivo, da un esponente di un popolo che, nella sua storia, è sempre stato vinto. Ha poi anche ricordato come le contingenze dell’attualità rischiano di far dimenticare le cause e le origini di vicende che hanno radici molto antiche.
La relazione pricipale è stata tenuta da Maher Charif, ricercatore dell’Institute for Palestine Studies e associato all’Institut français du Proche-Orient, entrambi con sede a Beirut, che è l’autore del volume insieme a Issam Nassar, docente al Doha Institute for Graduate Studies in Qatar. Nel suo equilibrato intervento ha ricostruito la storia di una terra ora martoriata, ma che nei secoli scorsi aveva vissuto momenti di relazioni pacifiche tra i tre gruppi lì presenti (ebrei, palestinesi e cristiani), situazione poi compromessa dal declino dell’impero ottomano. Inoltre, la necessità di trovare un territorio che garantisse sicurezza per gli Ebrei in vari modi perseguitati in Europa, non ha mai rispettato l’esigenza di garantire altrettanta sicurezza anche ai palestinesi.
Marzia Casolari, docente di Storia e Istituzioni dell’Asia all’Università Torino, ha sottolineato la particolarità del libro, che presenta una visione “dall’interno” della questione palestinese, utilizzando fonti arabe, mentre la storiografia attuale privilegia quelle ebraiche ed è scritta prevalentemente da studiosi israeliani , statunitensi o europei. Ha anche auspicato una traduzione in inglese del volume.

Il vivace dibattito col pubblico che è seguito ha evidenziato opinioni sulla situazione attuale molto differenti fra loro e spesso contrastanti. Charif non si è sottratto ad una sincera valutazione sull’attualità, affermando che i Palestinesi devono accettare l’affermazione del Tribunale Internazionale, che ha definito un crimine di guerra la strage del 7 ottobre 2023. Ha però specificato che si tratta di un crimine che si è aggiunto ad altri crimini, commessi da ambo le parti nel corso degli anni, e che la reazione israeliana è stata sproporzionata. Da palestinese, ha decisamente affermato che non è la lotta armata che risolverà le molteplici questioni che opprimono il suo popolo, ma lo farà solo un’opposizione civile e popolare. Infine ha sostenuto che unicamente una mediazione internazionale fattiva potrà portare a miglioramenti concreti, opinione condivisa anche da molti Israeliani.
Stefano Passaggio