Cari fratelli e sorelle,
oggi, 8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la Suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta, le Unioni delle Superiore e dei Superiori Generali degli Istituti religiosi hanno promosso la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, una piaga indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità.
(Papa Francesco: Angelus 8 Febbraio 2015)

Si celebrerà l’8 febbraio 2021 la VII Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, istituita nel giorno che ricorda la memoria liturgica di santa Bakhita, suora di origine sudanese che portò per tutta la sua vita 144 cicatrici che le avevano fatto dopo essere stata rapita e fatta schiava quando aveva circa nove anni. Canonizzata in piazza San Pietro il 1° ottobre 2000 fra danze e ritmati canti africani è divenuta il simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta.

Nel mondo sono oltre 40 milioni le vittime di tratta. Tra queste, il 72% sono donne, mentre il 23% sono minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (quasi 60%) e il lavoro forzato (34%). In questi ultimi anni il fenomeno della tratta è cambiato anche in Italia, specialmente per quanto riguarda la prostituzione coatta. Sono diminuite infatti le donne nigeriane – i cui sbarchi sono calati drasticamente, ma il cui sfruttamento è diventato ancora più brutale in Libia – e sono aumentare le donne di altre nazionalità così come le persone transessuali. Il fenomeno, inoltre – anche a causa del Coronavirus – si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor (e all’online), rendendo le vittime ancora più invisibili, inavvicinabili e vulnerabili.

Il 18 ottobre è istituita la Giornata europea contro la tratta di esseri umani.

Esiste un Osservatorio con Numero Verde contro la Tratta.
Consulta la sezione delle Nazione Unite dedicata alla lotta alla tratta

 

Le iniziative per la VII Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone

 

Sabato 6 febbraio Centro Pime, Mani Tese e Caritas Ambrosiana in collaborazione con Ucsi Lombardia promuovono un’occasione preziosa di confronto e approfondimento su un fenomeno in continua e drammatica evoluzione. Il convegno “TRATTA, PROSTITUZIONE E SCHIAVITÙ NUOVE FRONTIERE E NUOVE SFIDE” sarà disponibile in diretta streaming dalle 10.00 alle 12.00 sui canali YouTube e FB di Centro Pime, Caritas Ambrosiana e Mani Tese

Cambiano le rotte, ma cambiano anche le politiche di accoglienza. Cambiano le modalità di sfruttamento e cambiano pure le vittime della tratta costrette a prostituirsi. Chi sono le nuove schiave della prostituzione coatta? Da dove vengono? Dove e come sono forzate a vendere il loro corpo?

Focus conclusivo sulla tragedia che coinvolge proprio in queste settimane migliaia di migranti lungo la rotta balcanica, dove sono vittime di gravissime violazioni dei diritti umani.
GLI INTERVENTI

LAURENCE HART, direttore Ufficio OIM per il Mediterraneo
Le rotte della tratta

Video testimonianza di Joy (Nigeria-Italia)

CINZIA BRAGAGNOLO, coordinatrice Numero Verde antitratta
Lo sfruttamento in Italia

MANUELA DE MARCO, Ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana
Le risposte possibili (e necessarie)

Conclusione: Focus Balcani

NELLO SCAVO, giornalista di Avvenire, esperto di migrazioni
La gelida vergogna

 

 

Lunedì 8 febbraio 2021 Una Luce contro la Tratta promuove 7 ore di Maratona Mondiale on line in 5 lingue contro la tratta. Dalle ore 10.00 sul canale youtube  si alterneranno preghiere e testimonianze dalle diverse realtà impegnate contro la tratta. Quest’anno il tema della giornata è “Economia senza tratta“. Il 2021, infatti ha acceso i riflettori su una delle principali cause della tratta di persone: il modello economico dominante, i cui limiti e contraddizioni sono acuiti dalla pandemia COVID-19.
“Vogliamo un’economia che non sia sostenuta dalla tratta, dall’illegalità e dallo sfruttamento.  –  afferma suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale di Talitha Kum, la Rete internazionale di vita consacrata contro la tratta di persone – Vogliamo un’economia che promuova la vita e la dignità di ogni persona, un lavoro dignitoso per tutte e per tutti”. Guarda l’intervista integrale a Sur Gabriella.

L’immagine per la giornata è di Timothy Schmalz, l’artista che ha creato la scultura di Santa Bakhita “Let the Oppressed go free”.

Guarda il video dell’artista

 

 

 

Santa Giuseppina Bakhita,
ridotta in schiavitù da bambina, hai sopportato indicibili difficoltà e sofferenze.
Una volta liberata dalla tua schiavitù fisica, hai trovato la vera redenzione nell´incontro con Cristo e la sua Chiesa.
Santa Bakhita,
aiuta tutti coloro che sono imprigionati in uno stato di schiavitù;
Intercedi presso il Dio della Misericordia affinché le catene della loro prigionia
possano essere spezzate.
Fa’ che Dio liberi coloro che gli altri schiavizzano.
Conforta i sopravvissuti alla schiavitù e lascia che ti guardino come un esempio di speranza e fede.
Aiuta tutti i sopravvissuti a trovare la guarigione dalle loro ferite. Invochiamo le tue preghiere e intercessioni per coloro che sono schiavi tra noi.
Amen.

(Papa Francesco, 2018)

 

BIOGRAFIA di santa Bakhita

Esiste un manoscritto, redatto in italiano e custodito nell’archivio storico della Curia generalizia delle suore Canossiane di Roma, che raccoglie l’autobiografia di santa Bakhita, canonizzata in piazza San Pietro il 1° 2000 fra danze e ritmati canti africani. In questo manoscritto sono racchiuse le brutture a cui fu sottoposta Bakhita nei suoi tragici anni di schiavitù, la sua riacquistata libertà e infine la conversione al cattolicesimo.

“La mia famiglia abitava proprio nel centro dell’Africa, in un subborgo del Darfur, detto Olgrossa, vicino al monte Agilerei… Vivevo pienamente felice…

Avevo nove anni circa, quando un mattino…andai… a passeggio nei nostri campi… Ad un tratto [sbucano] da una siepe due brutti stranieri armati… Uno… estrae un grosso coltello dalla cintura, me lo punta sul fianco e con una voce imperiosa, “Se gridi, sei morta, avanti seguici!””.

Venduta a mercanti di schiavi, iniziò per Bakhita un’esistenza di privazioni, di frustate e di passaggi di padrone in padrone. Poi venne tatuata con rito crudele e tribale: 114 tagli di coltello lungo il corpo: “Mi pareva di morire ad ogni momento… Immersa in un lago di sangue, fui portata sul giaciglio, ove per più ore non seppi nulla di me… Per più di un mese [distesa] sulla stuoia… senza una pezzuola con cui asciugare l’acqua che continuamente usciva dalle piaghe semiaperte per il sale”.

Giunse finalmente la quinta ed ultima compra-vendita della giovane schiava sudanese. La acquistò un agente consolare italiano, Callisto Legnami.  Dieci anni di orrori e umiliazioni si chiudevano. E, per la prima volta, Bakhita indossa un vestito.

“Fui davvero fortunata; perché il nuovo padrone era assai buono e prese a volermi bene tanto”. Trascorrono più di due anni. L’incalzante rivoluzione mahdista fa decidere il funzionario italiano di lasciare Khartoum e tornare in patria. Allora “osai pregarlo di condurmi in Italia con sé”. Bakhita raggiunge la sconosciuta Italia, dove il console la regalerà ad una coppia di amici di Mirano Veneto e per tre anni diventerà la bambinaia di loro figlia, Alice.

Ed ecco l’incontro con Cristo. La mamma di Alice, Maria Turina Michieli, decide di mandare figlia e bambinaia in collegio dovendo raggiungere l’Africa per un certo periodo di tempo. La giovane viene ospitata nel Catecumenato diretto dalle Suore Canossiane di Venezia (1888). “Circa nove mesi dopo, la signora Turina venne a reclamare i suoi diritti su di me. Io mi rifiutai di seguirla in Africa… Ella montò sulle furie”. Nella questione intervennero il patriarca di Venezia Domenico Agostini e il procuratore del re, il quale  “mandò a dire che, essendo io in Italia, dove non si fa mercato di schiavi, restavo… libera”.

Il 9 gennaio 1890 riceve dal Patriarca di Venezia il battesimo, la cresima e la comunione e le viene imposto il nome di Giuseppina, Margherita, Fortunata, che in arabo si traduce Bakhita.

Nel 1893 entra nel noviziato delle Canossiane. “Pronunciate i santi voti senza timori. Gesù vi vuole, Gesù vi ama. Voi amatelo e servitelo sempre così”, le dirà il cardinal Giuseppe Sarto, nuovo Patriarca e futuro Pio X. Nel 1896 pronuncia i voti e si avvia ad un cammino di santità. Cuoca, sacrestana e portinaia saranno le sue umili mansioni, descritte e testimoniate dal recente e ben riuscito video prodotto dalla Nova-T, dal titolo “Le due valigie, S. Giuseppina Bakhita”, con la regia di Paolo Damosso, la fotografia di Antonio Moirabito e la recitazione di  Franco Giacobini e Angela Goodwin. Il titolo si rifà alle parole che Bakhita disse prima di morire: “Me ne vado, adagio adagio, verso l’eternità… Me ne vado con due valigie: una, contiene i miei peccati, l’altra, ben più pesante, i meriti infiniti di Gesù Cristo”.

Donna di preghiera e di misericordia, conquistò la gente di Schio, dove rimase per ben 45 anni. La suora di “cioccolato”,  che i bambini provavano a mangiare, catturava per la sua bontà, la sua gioia, la sua fede. Già in vita la chiamano santa e alla sua morte (8 febbraio 1947),  sopraggiunta a causa di una polmonite, Schio si vestì a lutto.

Aveva detto: “Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita e anche quelli che mi hanno torturata, mi inginocchierei a baciare loro le mani, perché, se non fosse accaduto ciò, non sarei ora cristiana e religiosa…”.

La Chiesa la ricorda l’8 febbraio mentre nella diocesi di Milano la sua memoria si celebra il 9 febbraio.

Fonte: Santi e Beati

Per approfondirne la biografia: SANTA GIUSEPPINA BAKHITA, LA SCHIAVA DIVENUTA SANTA

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