La XIX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo sarà presentata a Torino, giovedì 5 dicembre
È giunto alla XIX edizione il Rapporto Italiani nel Mondo, curato dalla Fondazione Migrantes (Organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana) e dalla Caritas.
Quest’anno ci mostra una pluralità di situazioni: non solo gli Italiani che si recano all’estero per innumerevoli motivi, tra i quali la loro incertezza economica in patria, ma anche una numerosità imprevista di ritorni, pur restando il saldo migratorio negativo.
La politica sembra impreparata ad affrontare le nuove difficoltà legate ai fenomeni migratori, che vedono allontanarsi molte valide risorse giovanili, e non scioglie i nodi dei nuovi Italiani senza cittadinanza, sia che siano stranieri nati in Italia o siano i cosiddetti italodiscendenti.
A cura della Pastorale Migranti della Diocesi di Torino e della Fondazione Migrantes del Piemonte, giovedì 5 dicembre, alle ore 15, nei locali della Pastorale Migranti di via Cottolengo 22, discuteranno su questi ed altri temi collegati: Delfina Licata, curatrice del Rapporto; Matteo Bracciali, Federazione Acli Internazionale; Sonny Olumati, Associazione Italiani Senza Cittadinanza; Pietro Pagella, Coordinatore regionale PNRR Progetto Turismo delle Radici, moderati dalla giornalista Eleonora Voltolina.
A seguire alle ore 17 ci sarà la presentazione della mostra “Un segno tra umanità e disumanità” dell’artista gambiano Ebrima Danso, con don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, Pistoia.
Ebrima ha 22 anni, è partito dal Gambia e, dopo un lungo, difficoltoso itinerario fino in Libia e una traversata nel Mediterraneo, è approdato a Vicofaro, quartiere di Pistoia dove don Massimo Biancalani ha aperto le porte della sua chiesa per accogliere giovani migranti che non hanno un posto dove andare e che non rientrano più nei percorsi istituzionali di accoglienza. I quadri del pittore migrante dall’Africa descrivono un’umanità che continua a soffrire per la disumanità di tanti altri essere umani e ci invitano a guardare oltre. Tracciano un segno di umanità in un oceano di disumanità.